storiaStoria Sigillo
Sembra che il toponimo Sigillo continui l’antico Suillum, municipio romano retto da duoviri come testimoniano una serie di importanti reperti archeologici rinvenuti nella piana di Scirca, in particolare il magnifico ed imponente Ponte Spiano. 
Scompare durante le invasioni barbariche (Totila Re degli Ostrogoti e poi Re d’Italia la distrusse durante la guerra Gotico – Bizantina 535 – 553). Ricostruita dai Longobardi fu dei Conti Vico di Fossato di Vico, feudatari di Ottone III dal 996. Fu ancora distrutta nel ‘200 ma subito ricostruita dai suoi abitanti nel 1247; nel 1249 alcuni capifamiglia illustri di Sigillo si sottomisero ai domini di Gubbio per sottrarsi a Gualdo Tadino e sfuggire così al dominio della città di Perugia cui Gualdo Tadino appunto era sottomesso. Fu soltanto intorno al 1274 che cadde sotto il dominio di Perugia che ne fece una sua fortificazione; il dominio di Perugia non è accetto ai pontefici che ne reclamano il possesso perché il paese è compreso nel territorio del ducato di Spoleto. Nel 1370, a seguito della pace di Bologna, Sigillo passò sotto il dominio della Chiesa; ben presto però tornò sotto il dominio dei perugini che lo conservarono quasi ininterrottamente sino al XVIII secolo. Durante questo lungo periodo Sigillo subì le vicende legate alla politica perugina, e subì i contraccolpi delle guerre condotte da Perugia con i Montefeltro, con i Braccio da Montone con i Della Rovere subendone i saccheggi. Nel periodo napoleonico, Sigillo fu unito al Dipartimento del Trasimeno e poi a quello del Musone; nel 1816 ritornò sotto il dominio della Chiesa. Durante il risorgimento i sigillani parteciparono attivamente alle lotte per l’unità e l’indipendenza e nel 1849 si unirono alla Repubblica Romana. Il 14 settembre 1860 Sigillo fu annesso al Regno di Sardegna e poi d’Italia.
Sigillo è un Comune a carattere montano che insiste al 201esimo chilometro della strada consolare “Flaminia” ed è situato all’estremità nord orientale della provincia di Perugia all’interno del Parco regionale del Monte Cucco.
La circoscrizione del Comune è costituita dalla Frazione Scirca, lungo la Flaminia, e dalla Frazione di Val di Ranco in cui è localizzato a circa 1.000 metri di altitudine un villaggio turistico con attività ricettive. L’intero comune ha un superficie di circa 26 kmq: al centro Piazza Martiri, graziosa e raccolta con i lastroni di pietra rosa d’Assisi e le composizioni geometriche in travertino accoglie la pesante copertura circolare di un antico pozzo e fa da sfondo all’edificio del Palazzo Comunale, originario del dodicesimo secolo, con la sua facciata neoclassica del 1802 e alla sua torretta con la campana grande antica del tempo dei Priori e degli Statuti. All’interno vi è conservato il bellissimo e antico “libro degli statuti della terra di Sigillo” del 1616 ed è stata allestita una mostra permanente con alcuni quadri facenti parte della donazione Anton Pietro Valente (1896 – 1973) donati dalla famiglia.
Nelle vicinanze della piazza ci sono due splendide chiese, la Chiesa Parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo e la Chiesa di Sant’Agostino. La prima ha origini lontanissime di antica Pieve intorno a cui rinacque il borgo dopo le distruzioni barbariche ed ha subito nel corso dei secoli profondi cambiamenti e ricostruzioni. In particolare nel 1802 fu demolita e poi ricostruita. All’interno accoglie la “tela del Rosario” del sedicesimo secolo, la “Madonna col bambino”, un coro in noce seicentesca e nella sacrestia sono custodite altre tele e arredi sacri assai pregiati. La chiesa di Sant’Agostino (1788 – 1791) è costruita sopra le fondamenta dell’antica Chiesa di Santa Caterina di cui oggi rimane la sola Cripta medievale, restaurata dall’Amministrazione Comunale ed adibita a centro culturale. L’interno ha una sola navata con eleganti pilastri e capitelli che raggiungono il cornicione. Di certa imponenza è l’organo e i due confessionali in noce. Dietro il coro spicca la splendida tela dell’Annunciazione dell’insigne pittore sigillano Ippolito Borghesi dipinta nel 1616. L’altare maggiore è monumentale e ricchissimo, costruito alla fine del 1700, ha varie qualità di marmo tra le quali rosso di Francia, giallo di Siena ed onice di Marocco. Altre chiese meritano attenzione, in particolare la chiesa di San Giuseppe, la Chiesa di S. Maria Assunta in Frazione Scirca e l’antico oratorio di S. Anna (chiesa del Cimitero) con affreschi di Matteo da Gualdo.
Il territorio circostante è ricco di reperti risalenti all’epoca romana come lo splendido ed imponente Ponte Romano, detto “Spiano” lungo 32 m che si erge imponente sopra il torrente Fonturci.

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